Sorreggono inoltre una massiccia trabeazione dalla quale si slancia un singolare fastigio: tra due ondulati salienti si presenta una nicchia dalla quale sembra librarsi il simulacro dell'arcangelo protettore; è armato di spada per abbattere Lucifero e il male, tiene nell'altra mano le bilance per soppesare meriti e demeriti delle anime che si presentano all'ingresso del Paradiso.
L'interno della chiesa offre opere interessanti…San Michele…è raffigurato dalla slanciata statua nella cappella del santo…e nella volta, sopra il coro, (nel) duello Michele - Lucifero,…affrescato dal Picenardi. Lo stesso episodio è iconicamente descritto in un quadro ad olio sulla destra del presbiterio, ed è persino scolpito in un gentile bassorilievo, fra intarsi vari, del marmoreo altar maggiore. E' nuovamente raffigurato…questa volta dal Bacchetta, al centro della volta della chiesa.
Iniziamo anche qui la visita dall'ingresso principale della chiesa. La prima cappella a sinistra è riservata al battistero e, oltre la vasca in marmo, offre alla visione un quadro di buona fattura, rappresentante il battesimo di Gesù secondo l'iconografia tradizionale: robusta la figura del Battista, alquanto contorta e affusolata quella del Cristo. Nulla di particolare nell'altare corrispondente a destra: una dozzinale statua del Sacro Cuore e un quadro tardo secentesco. Le due prossime cappelle, invece, ci offrono: quella di sinistra una bella pala d'altare e quella di destra una curiosità. La pala d'altare è del Barbelli (?) . Il quadro, molto probabilmente, è l'assolvimento di un voto e raffigura i due santi sempre invocati nel corso delle pestilenze: S.Sebastiano e S. Rocco ai lati del quadro, committenti oranti, nei costumi del Seicento, e morti -di peste al centro; sopra un paesaggio-ritratto con verismo- la Madonna col Bimbo attorniata da angeli.
Che l'opera sia del Barbelli lo dicono la sicurezza del tratto, la caratterizzazione dei personaggi, l'abile capacità compositiva, l'inserimento del paesaggio; tutti tratti comuni alla "maniera" del nostro pittore.
All'altare di contro un quadro rappresentante S.Giovanni il precursore, che a prima vista sembra di forme e toni caravaggeschi. Ma, intanto si tratta di una copia, e poi della copia di un particolare tratto da un quadro del Parmigianino, intitolato "Visione di S.Girolamo", databile 1527, ora alla Galleria Nazionale di Londra. Il bel volto giovanile del Battista, il braccio muscoloso con mano e indice tesi al cielo, i chiaroscuri dell'indumento sono certamente di effetto. Sulla parete sinistra della cappella un quadro a olio raffigura una santa penitente in atteggiamento di mesta solitudine.
Al di là delle due porte laterali, altre due edicole: a destra quella di San Michele e a sinistra quella della Madonna del Rosario. A parte il simulacro alquanto consueto, l'altare in marmo, con scolpite statuette e teste di angioletti, merita d'essere osservato, ma l'attrattiva maggiore è data dai quattordici tondi dei misteri; al quindicesimo, l'incoronazione della Vergine, è riservato l'affresco sotto la volta della cappella. Benché alcuni critici dubitino che i "misteri" siano del Picenardi, essi pare siano proprio da riferire al pennello dell'artista. Alcuni quadri appaiono un po' …corretti, altri sono veramente graziosi.
L'altare maggiore è di marmo; il trono è alto e solenne, sulla parete sinistra si nota un bel quadro: raffigura la Madonna con Bambino e San Gaetano Thiene e l'ha firmato il Racchetti. Sulla parete dell'abside spicca, in alto, un Calvario: ai piedi del Crocefisso, la Maddalena: anche questo affresco è del Picenardi. Al centro della parete, un quadro del Conti: olio su tela di cm. 215x154, con raffigurata la visita di S.Antonio Abate a S.Paolo eremita.
Il campanile, per impianto, forma e dimensioni, non si discosta gran che da quelli delle altre due frazioni; vi sono collocate cinque campane concertate in Sol bemolle. Sono tutte e cinque opera dei Crespi; però il Sol bemolle e il La sono del 1946; le altre tre sono del 1875.
Altra chiesetta privata si trova nel complesso di villa e cascinali delle Caselle. In un angolo suggestivo del giardino, e quasi rinserrata da muri ornati da merli ghibellini, la piccola chiesa in cotto, con il suo campanilino, fu fatta costruire dai Donati de Conti nel 1894. Si segnala, perché conserva una pregevole tela del Conti raffigurante S.Elisabetta, la santa cui il tempietto è dedicato. Il quadro è del 1906 e raffigura la regina d'Ungheria col diadema in capo e una croce in mano, in atto di ricevere e soccorrere i poveri.