Fra i ripaltesi non vi fu nessun partecipante ai festival di musica nazionale, ma non si perdeva certo occasione di cantare durante il lavoro nei campi, in risaia, ma soprattutto nelle osterie. Tra i primi a suonare strumenti per stornelli serenate e musica popolare furono i Fideloc: Rodolfo Mauri, Giovanni Volpini, Gigio (Papà di Stefanina) e Fanga. A loro, sempre per la musica popolare seguirono le sorelle Bettinelli: Le Türche (Natalina, Luigina e Franca) di queste tre fantastiche Ripaltesi (conosciute anche in gran parte nell’Italia del Nord per i diversi concerti presentati e per i libri scritti su di loro) è stato scritto moltissimo. Qui ci limiteremo a riportare una breve biografia:
Le sorelle Bettinelli sono nate e hanno vissuto per gran parte della loro vita alla cascina “Cantù” nel territorio di Ripalta Nuova. Natalina è la maggiore dei cinque fratelli Bettinelli (oltre le tre sorelle ci sono due fratelli, il secondo nato e l'ultimo). È sposata con Amilcare Cervi. Natalina è nata nel dicembre del 1924. Franca è nata nel gennaio del 1928. È sposata con Pietro Paglia detto Marengù o Lüstrù per il suo lavoro di falegname mobiliere. Luigina è nata nell'agosto del 1929, è sposata con Angelo Vignati Ferrari detto Gino Ros per i capelli ross. (Cit. Leydi Mantovani).
Altra pregevole voce da ricordare, conosciuta al di fuori dei confini di paese fu Milly Nobili, apprezzatissima cantante dei piano bar milanesi
Ma in paese, negli anni ‘70 del secolo scorso, quando era d’uso fra i ragazzi costituire i complessi, si ricordano anche due gruppi Rock: “Lo stato delle Cose” e “Mary Stone”.
Ritorno alle Origini (Antolini Gian Franco, Mauri Marco, Lorenzetti Cristoforo, luigi Rigamondi).
Il gruppo si ispirava al folk cantautorale di Bob Dylan e per questo, spesso, usava nei concerti proporre alcune reinterpretazioni dell’autore americano. Ma oltre al repertorio di Dylaniano, ad affascinare i nostri era anche il folk nostrano dei Nomadi o della PFM senza dimenticare, nel loro repertorio, anche brani più pop de “Le Orme” o dei “Dik Dik”. Il “Ritorno alle origini” furono anche autori di testi e musiche per alcuni loro brani che spaziavano dal pop alla canzone “impegnata”.
I Mary Stone (Vigani Antonio, Volpini Piero, Fusar Poli Luigi, Ricci Piero. In aggiunta Angelo Mauri). Come si può desumere dal nome il gruppo è stato influenzato dalle Pietre Rotolanti inglesi, ma addolcito con le sonorità tipiche degli altri famosi inglesi del periodo i The Beatles.
Una devozione palese per i gruppi di Oltre Manica anche se, molto attenti ai fermenti musicali italiani del periodo, quei gruppi più “colti” d’ “avanguardia” come potevano essere New Trolls, i New Dada e i Pooh. Insomma un gruppo per l’epoca, alternativo e per dirla con lo slang del periodo un gruppo Beat che rifiutava le canzonette da Cantagiro e JukeBox Anche per l’abbigliamento, le Pietre di Mary, facevano l’occhiolino a Carnaby Street: pantaloni a quadri e camicia con jabòt. Con il loro seguito di fans, hanno fatto tournée in molti paesi del cremasco, ma anche nelle sale da ballo in voga in quegli anni e nelle feste di paese o nei raduni musicali locali. In una rassegna concorso dei gruppi locali, tenutasi allo stadio Voltini di Crema, si piazzarono addirittura secondi avendo il pregio di suonare con I Primitivs (quelli di Mal), Gli Specials e Gli Amici.
Nell’ambito musicale va poi ricordato anche l’Organista per eccellenza della parrocchia, Miro Bolzoni autore fra l’altro di pregevoli composizioni per Messa.
L’Arte
Anche Ripalta ha avuto personaggi che potremmo definire famosi, la “celebrità” forse più conosciuta è il Maestro Carlo Fayer, pittore, scultore, scrittore. Ha saputo precorrere i tempi proponendo stili artistici in nuovi rispetto agli altri artisti locali. L’artista ha partecipato a collettive esponendo con artisti di fama mondiale quali Fontana, Burri, Wahrol ecc. Uomo di grande sensibilità e fantasia, ha saputo coniugare la sua fama con lo spirito paesano. Carlo è nato a Ripalta nel 1924 e vi è morto nel 2012
Primogenito di sei figli, fu inizialmente avviato agli studi di maestro, come lo erano i nonni materni, allora gli unici insegnanti del paese. Il nonno era un buon disegnatore. Alcuni lavori del sedicenne Carlo furono mostrati dal padre a Carlo Martini, che li apprezzò e presentò il ragazzo all’Accademia Carrara di Bergamo, dove poi questi si diplomerà. Ebbe quali insegnanti Contardo Barbieri (direttore dell’Accademia) per la pittura; Gianni Remuzzi per la scultura, Pino Pizzigoni per l’architettura. Vinse premi accademici sia per la pittura che per la scultura. Carlo Martini, di quindici anni più anziano di Carlo, rimase per questi riferimento e guida costante, d’arte e di vita. A venticinque anni si sposa con Maria Ansardo, di origine ligure, dalla quale avrà due figli. Nel 1943 la prima personale a Crema, in collaborazione con gli amici Gianetto Biondini e Federico Boriani. Da quell’anno Fayer è presente nel settore espositivo con almeno 50 mostre personali in Italia e Zurigo, Berna, Salamanca, Santander, Salon en Provance. Negli anni ‘70 ha fatto parte del gruppo che faceva capo alla Galleria Cenobio Visualità di Milano col quale ha partecipato a varie manifestazioni in Italia e in Europa, e che è rimasto a lungo fulcro e riferimento dell’opera del maestro. Ha svolto incessante attività artistica e di ricerca soggiornando anche per lunghi periodi in varie località europee, particolarmente in Svizzera, Francia e Spagna. Nel 1990 la Commissione Culturale Euratom delle Comunità Europee gli ha dedicato un’antologica nel chiostro romanico di Voltorre, poi trasferita nelle sale del Museo civico di Crema. Ha svolto attività didattica anche in alcuni Istituti dell’Illinois del quale è cittadino onorario. Ha realizzato numerose opere pubbliche ad affresco, ceramica, bronzo, vetrata. Si è impegnato anche come giornalista e scrittore. Una sua dettagliata biografia è contenuta nella recente pubblicazione “CARLO FAYER. I luoghi dello sguardo e della mente”, catalogo delle due mostre personali che gli sono state dedicate a Crema e Cremona nel dicembre del 20101. (Da “Insula Fulcheria” Ester Bertozzi – “un Educato Ribelle”
La Poesia
E lasciando la pittura arriviamo alla Poesia: il nostro comune ebbe il pregio di avere anche un Poeta: Augusto Tacca.
Agostino Tacca (Detto Augusto) nasce a Vergonzana il 2 Agosto 1925 figlio primogenito di Oreste e Piloni Elvira. Incline fin da piccolo alla scrittura frequenta con profitto le Scuole Elementari del paese e successivamente le scuole medie della città. Al termine degli studi inizia a lavorare come manovale presso alcune aziende del cremasco.
Scoppia poi la IIa guerra mondiale e nel 1940 viene chiamo alle armi. Dopo un breve periodo svolto in aeronautica come “Meccanico” viene inquadrato, a seguito dei fatti del 1943, nell’organizzazione tedesca denominata Todi” venendo poi congedato nel 1946.
A Milano incontrerà Angela, nativa di Ripalta Nuova che diventerà sua moglie nel 1951. In questo periodo Augusto lavorava presso il linificio sempre con mansioni di meccanico. Da qui prenderà corpo l’idea di iniziare un’attività in proprio aprendo la storica ferramenta ripaltese “Antica Fercasa” che porterà avanti fino al 1986 per poi dedicarsi a tempo pieno alla meritata pensione.
Augusto scompare a seguito di un incidente il 14 marzo 2005.
Personaggio schietto ma di animo sensibile, amava la compagnia, il canto popolare e la convivialità con gli amici. Apprezzato autore di poesie in vernacolo, si dilettava a declamare i suoi versi ai compagni di merenda. Le sue opere riguardano principalmente il paese, ma, da attento osservatore qual era, non tralasciava di comporre rime su tutto quello che lo circondava: dalle rondini sui fili della luce alle opere create con le radici dell’amico prof. Ravanelli. Una delle caratteristiche del nostro poeta è che in ogni suo scritto trapela l’amore per la sua gente e per il suo paese, la consapevolezza del trascorrere inesorabile del tempo e del suo sentirsi piccolo nei confronti del creato.
Teatro
Anche il teatro ebbe un suo sviluppo nel ‘900 (e che tuttora continua). La Compagnia, diretta da Olga Schiavi e con le scenografie del M° Carlo Fayer. I componenti erano tutti compaesani ma fra questi ricordiamo in quanto riconosciuti per il ruolo che hanno svolto in paese Italo Mauri (Maestro elementare) e Corrado Bonoldi (Sindaco negli anni 80/90). Nella foto: Pietro Lorenzetti, Italo Mauri, Ciccio Fayer, Franca Galmozzi, Paride Braguti, Settimia Bonoldi, Sig.ra Olga Schiavi, Corrado Bonoldi, Anna Montonati, Augusto Tacca, Settimio Braguti, Tino Ricci, Seriani, Antonio Bandirali, Franco Antolini, Gian Piero Marinoni, Augusto Vailati.
La prima commedia realizzata dalla compagnia è “Romanticismo” (del Giacosa?) e venne organizzata per raccogliere fondi per la realizzazione dell’attuale monumento ai caduti posto al cimitero. (1960-61). La scenografia venne realizzata dal M° Carlo Fayer. Visto il successo ottenuto ne seguirono altre, ma poi, per l’impegno delle varie persone la compagnia si disgregò. Venivano poi organizzate anche le farse. Di solito era una compagnia di ragazzi dell’oratorio che, dopo una rappresentazione non comica aggiungeva una farsa. (Racconto Maestro S. Parati)
Olga Schiavi
Questa signora, in rapporto molto stretto con la famiglia Fayer, fu una donna che sconvolse col suo arrivo, la mentalità chiusa dei ripaltaesi. In paese era riconosciuta, oltre che per la sua straordinaria bellezza, anche per il suo accurato modo di vestire, ma anche perché divorziata: chiaramente un fuori luogo per la mentalita del paese negli anni 50. Sempre elegantissima, aveva molte amicizie influenti in Crema. Amici che spesso la prendevano da Ripalta per portarla in città per eventi mondani.
Ha da sempre abitato a Milano, tranne una parentesi in Marocco, dove aveva una copisteria con dattilografe a dipendenza. Donna assolutamente fuori dalle righe per la mentalità del tempo, sempre pronta a rinnovarsi e cambiare stile di vita, ed attività, passando dalla gestione di un albergo di lusso in Liguria ad un altro albergo sul lago di Como.
Fu lei che si impegnò per la realizzazione delle apprezzatissime commedie di Ripalta: selezionava il copione, (attingendo dagli autori teatrali classici) distribuiva le parti selezionando gli attori, raggiungeva Milano per il noleggio dei costumi presso le sartorie specializzate. Alla sua morte venne sepolta nel cimitero di Ripalta.
Negli anni a seguire nacquero poi altre compagnie: La compagnia Teatro Ripalta e La compagnia Schizzaidee.
Teatro Ripalta
“Teatro Ripalta”, inizialmente “Compagnia Giovani di Ripalta”, è nato quasi per caso al fine di realizzare un progetto natalizio da proporre, come parrocchia, per il Natale. È solo dall’anno seguente che il gruppo capitanato da Corrado Barbieri e Fulvia Galli, raccogliendo altri ragazzi fra i quali Angelo Lameri decidono di provare a realizzare qualcosa di proprio scrivendo la loro prima commedia. Visto il successo ottenuto, l’Avis di Ripalta commissiona una commedia per l’anniversario di fondazione: “Cinq unse da caàler”. Nel frattempo la compagnia cresce (fino a 12 elementi recitanti) e si realizzano più commedie nelle stesso anno. Le commedie realizzate dalla compagnia su testi scritti da Corrado Barbieri, fino al 2016, sono 53 e la tematica è sempre rivolta all’ambiente popolare mediante ricerca storica nell’ambito della civiltà contadina. La compagnia gioca molto sull’improvvisazione, tanto che il testo originale viene spesso modificato durante la recitazione cosicché gli stessi autori diventano sceneggiatori e registi allo stesso tempo. L’autore ha poi collaborato con le diverse associazioni culturali, istituzioni scolastiche e biblioteche per realizzare testi da far interpretare ai bambini.
La compagnia realizza i propri spettacoli per beneficenza ed in particolar modo i fondi raccolti sono da sempre destinati alla locale associazione di Musicoterapia.
Schizzaidee
Il gruppo “Lo Schizzaidee” è nato nel 1998 e all’epoca contava circa 10-15 elementi.
L’attività prevalente era la stesura di un giornale a carattere prettamente locale, mettendo in risalto le vicende che ruotavano attorno alle persone del paese (Bolzone) e agli avvenimenti che ne hanno caratterizzato la storia.
In occasione del 10° compleanno, quindi nel 2008, il gruppo (che contava ormai 8 elementi) ha sentito l’esigenza di voler lasciare una nuova impronta e, piacevolmente attratto dal palcoscenico, si è presentato al pubblico come “La Compagnia dello Schizzaidee” in qualità di gruppo “teatrale”.
L’obiettivo era quello di mettere in scena, nei territori locali, commedie dialettali (in dialetto cremasco) a sfondo comico.
La prima commedia portata in scena, nel 2008 si intitola “Tai e Ritai” scritta da Corrado Barbieri e dalla Compagnia di Ripalta. Il successo che ne è derivato è stato soprattutto a livello di gruppo: ognuno dei componenti della Compagnia dello Schizzaidee aveva assaporato la bellezza di presentarsi sul palco e di godere di un divertimento genuino e fresco, quel divertimento che è tipico di chi non ha aspettative alte ma crede fortemente in quello che fa.
Il raggiungimento dell’obiettivo ha innescato la miccia e negli anni successivi, è proseguita l’attività del gruppo come compagnia teatrale, abbandonando di fatto la realizzazione del giornale di paese e realizzando invece moltissime piece teatrali, non solo nella loro “patria” Bolzone, ma presentandole anche nei teatri locali, tra i quali il Teatro San Domenico a Crema.
Le commedie vengono scritte dalla Compagnia, con il prezioso intervento di Fulvia Galli, la quale contribuisce anche come supporto nella regia e nell’improvvisazione.
Nel 2011, in collaborazione con l’associazione Combattenti e Reduci, Lo Schizzaidee ha contribuito al restauro della statua dell’angelo della cappella cimiteriale
Dal 2014 la Compagnia dello Schizzaidee ha avviato un “Progetto di Solidarietà”, reso possibile grazie ai contributi ricevuti con la messa in scena delle commedie. Da questo punto, la compagnia, inizia un percorso di beneficenza atto a favorire realtà locali che operano nel sociale.