La chiesa Parrocchiale - bolzone

Chieda di Bolzone - Foto storica

Dal sagrato, si ammira la bella facciata sul quale si staglia un timpano senza cuspide, sormontato da tre aerei pinnacoli con l'immagine di S. Antonio Abate.
L'interno offre un piacevole e armonioso insieme: il coro delimitato da una parete su cui spicca un crocifisso ligneo, un bell'altare marmoreo (forse opera del "martorino" bresciano Paolo Cimbinelli) con pregevole tabernacolo. Notevole, sulla parete destra del presbiterio, l'icona assai venerata di S. Gaetano: si ritiene sia uno dei pochi ritratti del santo. Sulla controfacciata, la luce meridiana esalta le forti tinte dei santi Antonio e Gaetano da Thiene raffigurati sulle vetrate della bifora.
I due pregi maggiori del tempio sono offerti dai due altari secenteschi e dagli affreschi eseguiti nel 1898-99 dal Conti. A sinistra, guardando l'altare maggiore, la cappella del Rosario d'elevata fattura e dal disegno alquanto mosso: a renderlo brioso sono gli stucchi che contornano i quindici quadri su tela, diversi per forme e dimensioni, dei misteri (Lo Zavaglio le attribuisce a Carlo Antonio Barbelli figlio e allievo del famoso Gian Giacomo c.f.r. (2) n.d.r.). Di fronte alla cappella del Sacro Cuore, si possono ammirare due begli affreschi dal disegno sicuro e dallo svelto tratteggio; appartengo al Barbelli e rappresentano S. Bartolomeo e S. Fermo.
"Il lavoro che per la mole e per la cura speciale onde fu condotto attira subito l'occhio di chi appena entra in chiesa, è l'Annunciazione a Maria, fatto nell'arco trionfale. Non possiamo dare un'idea adeguata del quadro, ove il pittore ha evocato tutte le potenze di un'anima d'artista "- (S.L.M.: " I dipinti della Parrocchia di Bolzone" - Crema 1899).
Si tratta, in realtà, di un affresco dall'ampio respiro, vivace, policromo, con uno stupendo squarcio di cielo, gli angioletti con i loro simboli: il volume delle profezie, il cartiglio, la corona di stelle. Si resta subito attratti dall'armoniosa distribuzione della scena, dai colori vivaci e caldi, dal disegno perfetto dall'atteggiamento, dagli sguardi, dalle vesti dei personaggi raffigurati. Tutto concorre a presentare il mistero dell'incarnazione del figlio di Dio. Sulla volta della chiesa sono raffigurati i quattro evangelisti, dei quali (a giudizio della critica) il meglio riuscito è il meditabondo S. Luca. 
Gli affreschi del Conti, (1842-1909) che vi ha lavorato dal 1898 al 1901 e ottimamente conservati, sono certamente la cosa più ammirevole di tutta la chiesa.  
L'organo, posto sulla porta d'ingresso laterale, ha sostituito quello messo in opera (e fu il primo) il 21 Ottobre 1768. Anche il campanile merita attenzione: le cinque campane (la maggiore pesa Kg. 485) furono il primo concerto che Giacomo Crespi e il padre Giuseppe fusero, nell'ottobre-novembre del 1945, dopo il loro ritorno da Spalato (Jugoslavia).